Pozzo di piazza Mercanti
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Data: 1583, 1757
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Proprietà/Committenza: Comune di Milano
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Autore/Esecutore: Ing. Pirovano (1583)
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Epigrafe: PUBLICAE UTILITATI RESTITUTUS/ NICOLAO VICECOMITE/ PRAEFECTO URBIS/ MDCCLXVII [1767].
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Tipologia: Pozzo con struttura architravata
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Ubicazione: Piazza Mercanti
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Stato conservativo: materiali in cattivo stato di conservazione
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Interventi o Restauri: 1632, 1740, 1767, 1879, 1994
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Note: 1921 collocazione attuale in piazza Mercanti
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Inquadramento del monumento
Il pozzo è situato in Piazza Mercanti, a lato del Palazzo della Ragione verso la Loggia degli Osii. La sua originaria collocazione, che lo vedeva quale pozzo pubblico, era opposta rispetto al Palazzo stesso.
Il pozzo è costituito da due gradini, il primo dei quali, di pochi centimetri e di forma semicircolare, si elide sul secondo, il quale prendendo la forma del pozzo soprastante ne costituisce una sorta di basamento. Sopra questi si colloca la vera del pozzo, la cui forma risulta composta da un cerchio e da due quadrati tangenti che sono in realtà il piedistallo delle colonne soprastanti.
La vasca risulta chiusa con un tamponamento in conglomerato cementizio ed è costituita da tre parti: basamento, vera di cui rimane ormai solo traccia del modellato originario a causa dello stato di degrado fortemente avanzato e cimasa che costituisce il piano d’appoggio per la bocca del pozzo.
Su tale coronamento si levano due colonne ioniche. Il fusto presenta una leggera entasi ad 1/3 dell’altezza e culmina con un capitello ionico. Le colonne reggono un architrave a due fasce ed un fregio in granito rosa, mentre il frontone ha un timpano liscio e cornici modanate.
In varie parti del monumento si rileva la presenza di elementi in ferro, alcuni funzionanti ed altri in disuso, che costituiscono o costituivano le zanche e le grappe di congiunzione degli elementi lapidei.
L' epigrafe incisa sull’architrave
PUBLICAE UTILITATI RESTITUTUS
NICOLAO VICECOMITE
PRAEFECTO URBIS
MDCCLXVII [1767]
sostituisce quella originaria del 1583:
FONS GRATUS SED AQUIS VETERES TULIT INDE TABERNAS
AEDILIS CORIUS PRAETOR ET URBIS ONUS
Entrambi i gradini del pozzo sono parte in granito bianco di Montorfano e parte in granito rosa di Baveno. La vasca è costituita da un basamento in granito rosa, dalla vera in ceppo gentile e dalla cimasa ancora in granito rosa di Baveno. Le due colonne e l’architrave sono anch’essi in granito, rispettivamente granito bianco di Montorfano e granito rosa di Baveno. Il fregio, come la vera de pozzo è in ceppo gentile.
Al momento della mappatura del degrado, la vera del pozzo si trovava in grave stato di conservazione per la presenza di fenomeni diffusi di erosioni, degradazione differenziale, disgregazione e patina biologica. Il timpano presentava croste nere, patina biologica e disgregazioni nei punti di dilavamento tali da far perdere la geometria delle modanature. Le molteplici stuccature cementizie erano spesso distaccate o fessurate o completamente mancanti. La patina biologica era presente in modo diffuso su tutte le superfici di natura calcarea.
Il granito invece era coperto da un'incrostazione di colore nero particolarmente evidente sulle colonne.
Tutti gli elementi in ferro: zanche, grappe, ecc. erano caratterizzati da fenomeni di ossidazione e corrosione e quasi sempre da rotture e mancanze. Diverse scritte in vernice presenti sulle colonne e sulla vera ne deturpavano lo stato.
Principali vicende storiche, da bibliografia
Prima del 1583
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Pozzo pubblico che da principio sorgeva tra il Palazzo della Ragione e quello dei Giureconsulti (Mezzanotte, 1968, pag. 113)
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1583
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“Nel 1583, il Vicario […], accortosi che già dal 1582 il pozzo di Piazza Mercanti non era acconcio all’uso pubblico, lo fece ricostruire a pubblico comodo […] da eseguirsi su disegno dell’Ingegnere Francesco Pirovano” (Casati, 1880, pag. 112-113).
“La vera del pozzo, di ceppo, a pianta circolare, profilata con semplicità, era fiancheggiata da due piedistalli sorreggenti colonne dal fusto di marmo bastardo e d’ordine dorico, su cui poggiava l’architrave a sostegno della carrucola per il sollevamento delle secchie (Mezzanotte, 1917, pag. 13).
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1632
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Sono eseguite riparazioni al Pozzo (Mezzanotte, 1917).
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1740
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Sono eseguite riparazioni al Pozzo (Mezzanotte, 1917).
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1767
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Riparazione del pozzo “per ruina che il medesimo minacciava superiormente” (Casati, 1880, pag. 113).
“La sola vera di pozzo di ceppo colla base e la cimasa di granito rosso, i gradini e i piedistalli laterali sono stati conservati; le colonne marmoree di ordine dorico sono state cambiate con latre di ordine jonico, dal fusto in granito bianco: il frontespizio sostituito con altro più semplice” (Mezzanotte, 1917, pag. 13).
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1879
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Nel 1879, giudicato inutile ingombro alla circolazione, il Comune ne delibera la demolizione ma, in seguito all’intervento della Commissione Conservatrice dei Monumenti della Provincia di Milano (Casati, 1880, pag. 112-113), il pozzo viene ricomposto nel cortile delle scuole di Via Ansperto, dove era il Chiostro delle Monache di San Maurizio (Mezzanotte, 1917, pag. 13).
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1921
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Il pozzo viene ricomposto dove si trova oggi, fra il Palazzo della Ragione e la Loggia degli Osii (Mezzanotte, 1968, pag. 113).
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