Fontana del Verziere in piazza Fontana
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Data: 1782
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Autore: Giuseppe Piermarini e Giuseppe Franchi
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Epigrafe: – E’ presente una targa ai piedi della fontana
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Tipologia: fontana a vasche concentriche in granito rosa di Baveno e gruppi scultorei in Marmo di Carrara
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Ubicazione: Piazza Fontana
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Stato conservativo: Discreto per il granito e critico per il marmo
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Restauri: 1951, ultimo 1997
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Note: Le maschere leonine in bronzo sono state sostituite nel 1951
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Inquadramento del monumento
L’intera superficie presentava depositi superficiali diffusi e scritte con vernici che deturpavano l’opera. La vasca superiore era caratterizzata da percolamenti lungo tutte le superfici esterne che creavano zone dilavate alternate a zone con incrostazioni; lungo il bordo era presente una patina biologica concentrata. Le maschere leonine erano interessate da fenomeni di corrosione, con presenza di patine biologiche, abbinate ad efflorescenze e macchie di ossidi di ferro, nelle parti perimetrali, accentuati dal calcare presente nell'acqua dell'acquedotto cittadino e dal ciclo continuo di asciutto-bagnato.
Per quanto concerne lo stato di conservazione del granito, nella vasca inferiore si rilevava una pellicola di colore grigio diffusa sulle superfici, in particolare sulla parte esterna, mentre segni di percolamento erano evidenti lungo tutto il bordo, alternati ad incrostazioni nelle aree più protette.
Al momento della mappatura del degrado, le scultore in marmo si presentavano con depositi calcarei, in particolare le zone decorative zoomorfe (delfini) erano completamente avvolte da incrostazioni e patine biologiche che si manifestano con colorazioni dal verde al rosso, al giallo, tanto da nascondere il modellato scultoreo degli elementi.
Il piedistallo della seconda vasca è arricchito da due gruppi scultorei in marmo di Carrara che rappresentano sirene e delfini, collocati in posizione simmetrica.
Di forma ellittica, si articola secondo una successione di quattro ordini di vasche in granito rosa di Baveno, le prime tre crescenti dall’alto verso il basso sono sovrapposte, mentre a quota inferiore si trovano quattro piccole vasche che raccolgono i getti d'acqua sgorganti dalle fauci di quattro maschere leonine in bronzo.
La fontana del Piermarini, prima fontana pubblica di Milano, è collocata in una delle piazze centrali del Comune che proprio da essa prende il nome.
Principali vicende storiche tratte da bibliografia
1781
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Messa in opera della Fontana progettata dall’architetto “[…] Piermarini, cui collaborerà per l’esecuzione un altro artista dell’Accademia di Brera, lo scultore carrarese Giuseppe Franchi."
(F. Ogliari, Milano all'aperto, Comune di Milano, Milano, 1982, pag. 41).
" Non presentava difficoltà agli esperti idraulici lombardi il sollevamento e la conduttura dell’acqua, che con un ingegnoso ordigno fu presa dal canale del Seveso, che scorreva poco lontano e portata a zampillare dalla fontana”, per un costo totale di 20 mila lire.
(P. Mezzanotte, G.C. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Carlo Bestetti Edizioni d'Arte, 1968, pag. 56).“
Dei tre progetti idraulici presentati viene scelto quello dei fratelli Piomarta”
(A. Doria, G. Ricci, “L'attività di Piermarini in Lombardia” in M. Stefanetti (a cura di), Piermarini e il suo tempo, Catalogo della mostra tenutasi a Foligno, Palazzo Trinci, Maggio-Ottobre 1983, pag. 179).
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15 agosto 1782
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“ L’opera venne inaugurata solennemente nel 1982 al cospetto delle autorità e fra gli applausi dei milanesi accorsi ad ammirare quella che poteva considerarsi la prima fontana pubblica della città.”
(B. Pellegrino, Così era Milano. Porta Orientale, Libreria Milanese, Milano,1986, pag. 122).
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Prima del 1919
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“ […] abbiamo tuttora l’unica, piccola e vecchia fontana, quella del Piermarini, nel «verzaro vecchio», collo scarso spillo, oggi dato dall’acqua potabile invece che dalla «ruota idraulica», la quale prima era installata nella casa num. 5 di via Palazzo Reale”
(M. Magistretti, “Progetto di quattro fontane in Milano compilato nel 1611” in Archivio Storico Lombardo, 1919, pag. 258).
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Prima del 1945
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“ […] Essa brilla ora d’un biancore che tempo addietro si era perduto […] ridonatole non è molto […] ”. Le due statue “ subirono allora una cura estetica piuttosto rude, un brusco massaggio eseguito da quei due uomini e che le ripulì da capo a piedi, liberandole dal grigio velo depositato sui loro plastici corpi dall’acqua e dagli agenti atmosferici. […] Certo esse ora appaiono ringiovanite […] a forza di grattare coi raschietti e di fregare con la carta smerigliata. E non solo le statue essi hanno pazientemente ripulito e lustrato, ma le conche, le valve, i fusti, insomma tutta la fontana.”
(A. Visconti, U. Tegani, Le fontane di Milano, La Famiglia Meneghina Editrice, Milano, 1945, pag. 39-40).
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1996
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Ultimo restauro monumento.
(Capitolato prestazionale allegato al Bando di gara)
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